«Amore, ho mal di testa!», le 5 bugie più usate in amore (secondo Felicia Kingsley)


Felicia Kingsley su Vanityfair.it

 

Cominciamo subito con il disclaimer d’obbligo, giusto per chi stamattina avesse dimenticato il senso dell’ironia sul comodino e prendesse troppo sul serio questo articolo: dire le bugie è sbagliato, dirle in una relazione amorosa è il miglior modo per sabotarla e ciò che leggerete non è volto a istigare alla menzogna. Vengo in pace.

Insomma, don’t try this at home. Non fatelo a casa.

Detto ciò, volenti o nolenti, bisogna ammettere che qualche white lie, qualche bugia cosiddetta “innocente” scappa, alcune sono davvero inflazionate e questo vademecum raccoglie le più diffuse. Può essere utile leggerlo così, nel caso si volessero sfruttare, almeno mettiamoci un po’ di fantasia e creatività.

  1. Amore, ho mal di testa

Questa è talmente abusata che non credo serva spiegarla. Ci sta, è perfettamente legittimo avere una giornata no, in cui vorremo fare di tutto eccetto che lanciarci in amplessi acrobatici alla Cirque du soleil: magari al lavoro ci siamo scontrate con capo o colleghi; abbiamo preso una multa; non ci piacciamo, oppure abbiamo semplicemente sonno. Per non parlare di questo anno di lockdown e zona gialla/arancione/rossa a singhiozzo che ha messo alla prova molte coppie e la loro intimità spingendole verso una sexoressia collaterale (rifiuto dell’intimità sessuale dovuto a un eccesso di intimità domestica; avere i propri spazi, anche per solo un’ora al giorno, serve anche a questo, a desiderarsi). Il mal di testa è la scusa più pratica e veloce, ma se i motivi non sono stanchezza et similia il mio consiglio è di spendere due minuti a parlare del perché non vogliamo fare l’amore. Stiamo con un partner intelligente, capirà. In caso contrario, anche un semplice “Ho il ciclo” può essere una validissima alternativa.

  1. Niente

Sappiamo bene che dietro queste sei lettere si celano tutti i mali del creato. Una parola che equivale al vaso di Pandora. Di solito, quando si risponde con: “Niente”, alla domanda: “Cos’hai?”, altro non è che un blando tentativo di contenere un’imminente esplosione di rabbia stile: “Questa è Spartaaa!”. C’è quasi sempre qualcosa, solo che a volte è difficile farlo emergere dalle profondità dell’inconscio, dargli un nome e presentarlo al partner.

  1. Non sei tu, sono io

Molto quotata in caso di chiusura della relazione, dato che il partner vorrà che gli vengano elencati e spiegati i motivi della rottura. In genere è la frase più utilizzata da chi sta lasciando per stanchezza, monotonia di coppia o sopraggiunta fine della relazione sessuale o, quella che io chiamo “Sindrome di Enrico VIII”, che coglie certe persone durante una relazione, a cadenza quasi regolare, che le porta a stancarsi del partner e a guardarsi intorno. E così, per evitare la figura degli str**zi superficiali, si pensa di indorare la pillola (o la supposta, se la guardiamo dal punto di vista di chi viene lasciato), autoattribuendosi la colpa. Tanto, chi si sente rivolgere questa frase, sotto sotto, lo sa che c’è qualcos’altro. Più spesso qualcun altro/a.

  1. Davvero fai bunjee jumping/giochi a golf/ascolti il jazz? Anche io!

Queste sono le bugie-televendita. Di solito si dicono ai primi appuntamenti con una persona che si vuole conquistare a tutti i costi e quindi si finisce per vendere una versione di sé stessi che possa piacere al 100%. Ciò include spacciarsi per veri appassionati di attività svolte dal partner. Esempio: noi siamo astemie/i, mentre lui/lei ha un diploma di sommelier e ogni anno va una settimana nelle Langhe a degustare Barolo e Barbera. È una tattica che può funzionare, all’inizio, perché la controparte penserà: “Finalmente ho trovato l’anima gemella”; il problema è che presto o tardi uscirà la verità (di solito con sfuriate tipo: “Non me ne frega niente se per la buca 18 sia meglio un drive o un putt!” o “Io ‘sto retrogusto tannico non lo sento, a me va bene pure un Tavernello bevuto dal Cartone”) e a quel punto bisogna fare i conti con le divergenze che, se dichiarate prima, si sarebbero potute affrontare in maniera più morbida. Io stessa sono stata vittima più volte di bugie-televendita e quando la verità è venuta a galla mi sono sentita come quei meme “Quando lo ordini su internet – quando ti arriva a casa”.

  1. Certo, amore, che sono venuta

Ve la ricordate tutti la scena di Meg Ryan alla caffetteria in Harry ti presento Sally? Io sì e mi sento di dare ragione a Meg su tutta la linea. Almeno una volta nella vita è successo a tutte di fingere. Esisterà una minima percentuale di donne che non ha mai, davvero mai mai finto un orgasmo? (si dice che fingano anche gli uomini, ma quella è una bugia smascherabile facilmente), ma credo sia una percentuale infinitesimale.

A volte capita con partner con cui non si è ancora in sintonia, altre volte la testa è impegnata da altri pensieri; in altri casi l’atto sta durando decisamente troppo. Può succedere, ma non deve diventare un’abitudine anche perché, poi, significherebbe rinunciare del tutto al piacere. Siamo davvero disposte a tanto? Anche in questo caso, se si va oltre, forse è il caso di superare gli imbarazzi e parlarne.

Quindi, ricapitolando, le bugie non si dicono altrimenti si va all’inferno, anche perché hanno sempre degli spiacevoli effetti collaterali che ci tornano indietro come un boomerang.

Io Mi sono divertita a raccontare di questi effetti collaterali in Bugiarde si diventa, ma in una relazione è bene ricordarsi che la comunicazione è alla base di tutto. Guardate Romeo e Giulietta: per un errore di comunicazione ci hanno rimesso le penne tutti e due (puristi shakespeariani, non indignatevi, è solo una battuta).

 


22/05/2021

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