Il delitto della montagna, Asiago come Twin Peaks


Il delitto della montagna, Asiago come Twin Peaks

ANSA.IT

(di Titti Santamato) CHICCA MARALFA, IL DELITTO DELLA MONTAGNA (Newton Compton, pp 288, euro 12,90) Sull'altopiano di Asiago, teatro delle più sanguinose battaglie della Grande Guerra, viene ritrovato un cadavere mummificato in una delle cave di marmo usata come deposito di rifiuti pericolosi. Nei giorni a seguire altre due persone muoiono in circostanze misteriose e apparentemente slegate tra loro. È un altro caso da risolvere per il luogotenente Gaetano Ravidà, che da due anni comanda la locale stazione dei carabinieri dopo il trasferimento da Bari. Un caso in cui si mescolano storie personali, connessioni antiche, implicazioni ambientali e c'è l'ombra della mafia del Brenta. 

È questo l'intreccio de Il delitto della montagna in libreria dal 26 gennaio, il nuovo romanzo della scrittrice e giornalista pugliese Chicca Maralfa, già autrice de Lo strano delitto delle sorelle Bedin (che racconta la prima indagine di Ravidà), de Il talento di Mr Willer e di Festa al Trullo di cui di cui sono stati acquisiti di recente i diritti per la trasposizione tv, cinematografica e audiovisiva. 

Durante i giorni della merla, con il paesaggio ammantato di neve e atmosfere alla Twin Peaks, il luogotenente e la sua squadra devono ricomporre un puzzle mettendo insieme fatti distanti nel tempo e legami personali. Le indagini sono accompagnate da una narrazione fluida, con dettagli sui luoghi e sulla cultura locale. E con il dialetto veneto che risuona nelle pagine del romanzo molto più della baresità del luogotenente Ravidà, che rifugge così a stereotipi regionali oramai stanchi. 

Alla fine, con un colpo di scena, il quadro si ricompone con chiarezza e il caso viene risolto. 

Parallela all'indagine scorrono la vita e i pensieri di Ravidà, il forestiero che cammina a piedi per entrare nelle storie di quei posti. Separato dalla moglie, lontano dalle figlie e dalla sua città, vive una storia clandestina col medico legale Maria Antonietta Malerba che ancora non si definisce (ci sarà un sequel?), con la musica dei The National a puntellare i suoi pensieri. Un presente sereno ma ancora sfumato, una Terra di nessuno, come il nome che lui stesso propone per l'operazione che dà il via alle indagini. 

Terra di nessuno è anche un termine che rimanda a significati più profondi della Grande Guerra, in cui Ravidà ha perso il nonno, "un sacrificio - dice il luogotenente - che mi ha insegnato il dovere della memoria". Le battaglie in cui hanno perso la vita tanti giovani hanno segnato per sempre quei luoghi. "Montagne ancora gravide di robe di soldati", spiega Lilli Pertile, la memoria storica del paese. 

Ne Il delitto della montagna c'è anche un tributo a Mario Rigoni Stern, uno dei più importanti scrittori italiani, antesignano ambientalista e narratore sensibile dell'Altopiano. 

È una pernice bianca che compare nell'immaginario investigativo di Ravidà. "È un credito alla sua maestosa opera", scrive nelle note finali l'autrice Chicca Maralfa che ringrazie anche Ermanno Olmi per il suo racconto "visivo e interiore" dell'Altopiano.


24/01/2024

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