Sara Scarafia intervista Felicia Kingsley su Robinson


Felicia Kingsley L'amore vince sempre anche in era social

La campionessa della narrativa rosa made in Italy, adorata e strarecensita dalle booktoker, si racconta: «Le mie storie aiutano a crescere» di Sara Scarafia

La vera rivoluzione nel 2023, a sentire la regina italiana del romance, è raccontare l'amore «sano». Ma 2.0. Il matrimonio? Parliamone. Le relazioni? Paritarie. Felicia Kingsley, classe 1987, modenese, architetta, nove romanzi pubblicati dal 2016, 154mila follower sui social, e più di un milione di copie vendute, sta per portare in libreria un racconto dedicato ai suoi fan, mentre ancora spopola il suo diario di lettura da compilare, Booklover: 40mila copie in due mesi. Innamorati pazzi (prima e dopo) esce il 28 marzo ancora per Newton  Compton . Un prequel-sequel di Due cuori un affitto, per scoprire che fine abbiano fatto Blake e Summer, come le avevano chiesto in tanti. E Felicia, attivissima sia su TikTok (86,8mila follower) sia su Instagram (67,7mila), con la community di lettori dialoga. Un amore ricambiato. A robinsontok@repubblica.it, per il flashmob delle recensioni, sono arrivate una valanga di mail per Ti aspetto a Central Park, uscito il 4 ottobre scorso, e proposto da Eleonora Pasanisi, @eleobooktok, 19 anni, romana, studentessa di Architettura a La Sapienza. Felicia, che significa scrivere al tempo dei social?

«Significa scrivere, anche, per chi ti legge. Io mi tengo strette le mie idee, ma mi piace il confronto. I social sono impegnativi, a volte faticosi, ma ti danno un feedback importante. TikTok mi piace per la spontaneità, Instagram è una vetrina». 

Il romance piace tantissimo alle giovani lettrici. Perché?

«Lo dice Dante, non certo io, che è l'amor che move il sole e l'altre stelle».

Che cosa è oggi il romance?

«Un genere malleabile, che si contamina col dramma, il fantasy, col giallo. Il romance è super contemporaneo». 

Ah sì? 

«Le eroine siamo noi: le protagoniste sono incasinate, persone in divenire. Hanno ambizioni e cercano una strada». 

E per strada incontrano l'amore. 

«Non è quello che accade nella vita? Ma l'amore non è un salvataggio. Sono storie che aiutano a crescere».

Coppie alla pari?

«Nelle mie storie non c'è controllo economico, dinamico, psicologico: la rivoluzione è raccontare l'amore sano». 

Ma il matrimonio è davvero ancora un lieto fine?

«Dipende. Per alcune protagoniste sì, per altre no. Io ho un figlio ma non sono sposata: e allora?». Lei si è autopubblicata: il self publishing e i social hanno rivoluzionato l'editoria. Come?

«Hanno liberato i lettori. Prima c'era una gerarchia verticale: era solo l'editore che decideva cosa finiva in libreria». 

Quando ha cominciato a scrivere?

«A 12 anni, sui quaderni di scuola, ispirandomi alla collana Le ragazzine di Mondadori. Harry Potter mi ha portata alle fan fiction: scrivevo di Hermione e Draco». 

È stata una delle prime a usare uno pseudonimo inglese, come mai?

«Felicia è simile al mio nome e Kingsley era uno dei personaggi di quando scrivevo fan fiction. Quando ho cominciato ad autopubblicarmi mi ero appena iscritta all'Ordine degli architetti e temevo, usando il mio nome, di violare il codice deontologico. Poi ho scoperto che non era così». 

Ma nel frattempo Felicia Kingsley ha cominciato a spopolare

«Non lo avrei mai detto. Sono un'irregolare, scrivo quando mi capita. A scuola viaggiavo sul 6. Quando ho pubblicato in self il mio primo libro, Bugiarde si diventa, mi sono detta: «Adesso finisci una cosa che hai cominciato». 

Tra i suoi riferimenti c'è Jane Austen, col bookclub di Robinson stiamo leggendo "Orgoglio e pregiudizio".

«Lo definisco un romance pragmatico. Lizzy cambia idea su Darcy quando vede la tenuta di Pemberley: come darle torto?». 

Sta scrivendo un nuovo romanzo?

«Sì, uscirà entro l'anno. E sarà ambientato a Londra. Di più non posso dire». 

Londra, New York: i suoi libri sono spesso ambientati all'estero

«Le mie storie nascono già in un luogo. New York? Mai vista. Il detto che bisogna scrivere di quello che si conosce, non va preso alla lettera: significa, semplicemente: studia.

 


25/02/2023

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