Vi racconto le mogli dei serial killer


Vi racconto le mogli dei serial killer
Laureata in psicologia, ha collaborato a programmi di riabilitazione nelle carceri.
Dalle sue esperienze nasce il suo ultimo libro pubblicato da Newton Compton
 

Alice Hunter scrive in esclusiva per «Visto»

Ricordo ancora il primo detenuto che ho incontrato: mi ha raccontato senza alcun problema in che modo aveva strangolato e ucciso una giovane donna. Nel mio ruolo di facilitatrice, nelle prigioni sono entrata spesso in contatto con uomini condannati per omicidio e ho potuto, così, ascoltare i loro racconti e leggere i loro fascicoli. Si trattava di una parte del mio lavoro piuttosto impegnativa; spesso i particolari si sedimentavano nella mia mente, ma dopo un po’ ci ho fatto l’abitudine. Pertanto, è stato relativamente facile per me attingere alle mie esperienze personali, alle mie sensazioni ed emozioni, quando ho scritto dal punto di vista di Tom in La moglie del serial Killer.

Fin dalla mia adolescenza ho provato un forte interesse per la psicologia criminologica, guardavo spesso film polizieschi e serie televisive piene di suspense e leggevo libri sulla patologia e la scienza forense. Leggo ancora molti romanzi gialli e psicologici, un must per una come me che si vuole cimentare in questo genere. Più recentemente, mi sono concentrata sui programmi che ricostruiscono crimini realmente accaduti e mi è anche capitato di entusiasmarmi per alcuni documentari di Netflix, come Making A Murderer e The Staircase. Mi affascina guardare come vengono condotte le indagini e i processi. Questo genere di programmi offre dei validi spunti su come lavora la polizia, sulla scienza forense, i casi giudiziari, l’impatto sugli accusati, le loro vittime e le famiglie e, quindi, mi aiutano nel mio mestiere di scrittrice. Ho trovato Conversations With a Killer: The Ted Bundy Tapes e il successivo film, Extremely Wicked, Shockingly Evil and Vile particolarmente interessanti. In La moglie del serial killer  c’è molto di questi programmi, oltre alla conoscenza che ho acquisito lavorando nelle prigioni.

Quando ero una facilitatrice e, insieme ai miei colleghi, dovevo spiegare quali fossero i comportamenti offensivi ai detenuti maschi, ho acquisito una base solida di conoscenze che si è poi rivelata utile per i miei libri. Dovevo fare una serie di sessioni individuali e di gruppo, volte a spronare i detenuti verso un cambiamento positivo, in modo da ridurre il rischio di recidiva. Ho imparato molto sulla psicologia dei criminali e, attraverso il contatto diretto con i detenuti, ho raccolto vari resoconti dei loro reati. Le cose che ho sentito, letto e vissuto hanno influenzato la mia scrittura, soprattutto i miei incontri con uomini che hanno commesso un omicidio.

Quando era una facilitatrice, ho pensato spesso ai partner dei criminali e mi sono chiesta se fossero al corrente dei reati nel momento in cui sono stati commessi. Insomma, se sei intimo di una persona, dovresti sapere che sta commettendo un crimine atroce, no? Avevano avuto un sentore, preferendo seppellire ogni dubbio e nascondendo le loro preoccupazioni sotto il tappeto? E se ne erano a conoscenza, perché sono rimasti? Elizabeth Kendall, la fidanzata del serial killer Ted Bundy, è rimasta con lui nonostante i suoi sospetti, convincendosi che fosse innocente. Lo stesso è accaduto alla sua ex-collega e amica, Carole Boone, coinvolta sentimentalmente con Bundy e in seguito divenuta sua moglie. È rimasta al suo fianco, credendolo innocente, fino a quando non è stato rinchiuso nel braccio della morte.

Una volta ho incontrato uno stupratore, la cui moglie scriveva regolarmente al direttore della prigione che suo marito non poteva avere commesso un simile reato, perché aveva fatto delle cose meravigliose per gli altri, e che era un uomo buono che non avrebbe mai agito in modo violento. E ciò malgrado le prove schiaccianti che avevano portato alla sua condanna. Così ho pensato: e se la negazione fosse il meccanismo di difesa di questa donna? E se questo fosse l’unico modo che ha per superare quello che per lei è un trauma? O magari sostiene suo marito semplicemente perché crede con tutto il cuore che sia innocente.

Sono queste le domande che mi hanno guidata in La moglie del serial killer, aiutandomi a scrivere dal punto di vista di Beth. Lo sapeva? O è rimasta sconvolta come tutti gli altri, quando Tom è stato arrestato per omicidio? Mi ha colpito il fatto che le situazioni in cui una persona cara è accusata di un crimine efferato siano piuttosto complesse. Perciò sono partita dalla domanda: cosa farei io se la polizia arrestasse mio marito per omicidio? Ci tenevo a inquadrare il romanzo dal punto di vista della moglie, perché le domande che mi ero posta sui partner degli assassini erano il motore della trama.

Penso che la crescente popolarità dei programmi che ricostruiscono crimini realmente accaduti e crimini inventati sia in parte dovuta al fatto che siamo curiosi per natura e, perciò, vogliamo comprendere la società in cui viviamo, esplorando anche il lato più oscuro dell’essere umano. Seguire le indagini di un crimine realmente accaduto, scoprire come la scientifica abbia contribuito a catturare il cattivo, scavare nella mente di persone ripugnanti è forse un modo “sicuro” per portare alla luce l’oscurità che è in noi. Inoltre, stando a casa propria, ci si senti protetti! Possiamo esplorare come si comporta l’essere umano, quando si confronta con situazioni terrificanti. Possiamo chiederci: come reagirei se accadesse a me? Stando alle ricerche, sono soprattutto le donne a guardare i programmi che ricostruiscono crimini realmente accaduti. Sebbene spesso siano gli uomini a essere gli autori e le vittime del reato, le donne temono di più che possa accadere a loro. Suppongo, perciò, che vogliano informarsi per evitare di diventare a loro volta delle vittime. Oppure potrebbe esserci una causa più ludica, legata alla nostra indole curiosa: le donne potrebbero, infatti, volere provare a fare le detective in poltrona! E che dire riguardo alle donne che restano con il proprio partner condannato? Sono altrettanto affascinanti da studiare che gli uomini che si rifiutano di lasciare…


12/05/2022

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