BARBARA FRALE - IMPERIUM


L'amore impossibile dell'imperatore Tito

Nel nuovo romanzo storico di Barbara Frale, "Imperium", l'erede di Vespasiano si invaghisce di Berenice, regina di Giudea. Ma il Senato teme una nuova Cleopatra


 

Marina Valensise su Il Messaggero

 

 
Spazio all’immaginazione. Non basta passare la vita in archivio, riesumare vecchie pergamene polverose per firmare ricostruzioni storiche documentate, quantunque controverse. Meglio dare libero corso all'immaginazione straripante che si nasconde spesso dietro il rigore dell'accademia, per inventare, romanzare, e riscrivere la storia come ci pare e piace. Il successo infatti è assicurato, almeno a giudicare da quello tributato da anni a Barbara Frale, archivista in Vaticano, medievista specialista dei Templari e autrice di tanti saggi fortunati.

 

POTERE

 

Il suo ultimo libro (Imperium. L'erede di Roma, editore Newton Compton) infatti è un romanzo sull'impero romano, anzi un feuilleton sll'imperium, che per gli antichi non indicava solo il potere, ma lo scopo stesso per il quale Roma era stata fondata e significava mantenere la giustizia, varare buone leggi, garantire la pace. Riletto attraverso la storia d'amore impossibile tra Tito, figlio di Vespasiano e Berenice, e la regina di Giudea, nipote di Erode il grande, sorella di Erode Agrippa, due volte vedova, e madre di una figlioletta che crede perduta in tenera età, ma in realtà finisce per ritrovare. Tutti gli ingredienti del dramma storico di natura politico sentimentale sono presenti. C'è innanzitutto il potere, la cupa lotta per la conquista del potere supremo, dopo la fine della dinastia Giulio Claudia, Nerone per intenderci, e l'inizio dei Flavi, ruvida dinastia militare inaugurata da Vespasiano, e dai suoi figli Tito e Domiziano. C'è la conquista della Giudea coi governatori romani tirannici come quel Tiberio Giulio Claudio Alessandro, dotato di antenati ebrei migrati a Alessandria di Egitto, ma pronto a infilarsi nel letto del fratello obeso e inetto, per concupirne la moglie Berenice pur di darsi un erede. C'è per l'appunto la bellissima regina di Giudea, colta, infelice, due volte vedova e malmaritata, eppure sempre saggia e moderata, ma non al punto di sottrarsi alle lusinghe di Tito, futuro imperatore che cade ai suoi piedi. E c'è l'amour passion, la gelosia, la vendetta, con loro strascico di passi falsi, illusioni e delusioni cocenti.

La storia vera e solenne raccontata da Svetonio, e ripresa nel Seicento da Corneille e da Racine, è quella del connubio impossibile e tragico tra l'imperatore romano e la sua amante straniera, vittima dell'opposizione del senato romano che teme una seconda Cleopatra. Ma alla trama classica, l'archivista viterbese aggiunge i colori pop del fotoromanzo, risvolti torbidi, svolte repentine, colpi di scena e una sequela di snodi imprevedibili che danno al tutto un ritmo infernale rendendo la lettura irresistibile anche per il lettore più severo.

 

ERUDIZIONE

 

Rifulge sull'insieme l'erudizione puntuale dell'autrice che inventa certo ad abundantiam, ma sempre nel rispetto delle fonti storiche e dunque nei limiti del quasi verosimile. Per esempio, la passione delle nobili matrone romane per i gladiatori, che erano schiavi, ai quali era preclusa la libertà di volere e di agire, e potevano emanciparsi solo per intercessione dell'imperatore o entrando nell'esercito come centurioni, lasciando così l'arena cruenta degli spettacoli e l'annesso sistema di introiti e guadagni fenomenali assicurati da scommesse e allibratori. Oltre ai gladiatori, c'erano anche le gladiatori donne, descritte da Giovenale e di cui raccontano Tacito e Cassio Dione.

 

SPAVALDE

 

Donne che combattevano uomini e bestie con pari ardimento a petto nudo, con elmo in testa, spada e cosciali, come Achillia e Amazon che figurano sotto la scritta "apeluthesan" ("sono state liberate", sulla stele ritrovata al Mausoleo di Alicarnasso (Bodrum) e conservata oggi al British Museum. Donne tremende, possenti, schiave tiranniche, che bazzicavano nei bassi fondi della Suburra, mischiandosi a prostitute e prosseneti, ma erano pronte a ordire feroci vendette anche al prezzo di subire una condanna a morte esemplare per mano dell'imperatore nel pieno dei ludi circensi al Circo Massimo, come succede qui, in questo bel romanzo inverosimile e però documentatissimo.

 


14/07/2024

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