Felicia Kingsley - "Io, architetta dell'amore"


"Io, architetta dell'amore"

Ginevra Barbetti, Corriere Fiorentino

E pensare che le radici del romance sono toscane. Orsola Cozzi, monaca grossetana, già a inizio Ottocento scriveva storie sentimentali ispirate alla forma epistolare tanto in voga all'estero. In Italia il successo arriva più tardi, con la Biblioteca delle Signorine e, negli anni Trenta, grazie ai romanzi di Liala. Oggi, a oltre un secolo di distanza, questo genere resta per molti il cuscino morbido dove adagiare comode le preoccupazioni del quotidiano.

Autrice di punta è Felicia Kingsley, trentottenne architetto carpigiano e scrittrice bestseller, che il domani (ore 16) presenterà alla Giunti Odeon il suo nuovo romanzo, Scandalo a Hollywood, (Newton Compton), in dialogo con Serena Dottore Giachino. Protagonista Sofia Cortez, giornalista di una testata in crisi costretta a occuparsi di gossip per salvarne le sorti e Hayden West, scrittore e suo rivale dall'università.

Lo pseudonimo inglese nasce come voglia esotica legata al romance?

"Nasce per necessità: ero appena iscritta all'Ordine degli architetti e temevo un conflitto deontologico, così ho optato per Felicia, che richiama il mio nome di battesimo ed è un augurio di felicità. Kingsley era un cognome che davo spesso ai miei personaggi quando scrivevo fanfiction da adolescente, l'ho tenuto per affetto. Non immaginavo che un giorno sarebbe diventato un nome riconosciuto da migliaia di lettori. Quando sono passata al mio editore, era già legato alle mie storie, e l'abbiamo mantenuto".

La sua storia inizia nel 2014, con un libro autoprodotto.

"Ho cominciato col selfpublishing: prima Bugiarde si diventa e, due anni dopo, Matrimonio di convenienza, che grazie al passaparola e alle recensioni è arrivato ai vertici delle classifiche digitali. Newton Compton, che monitorava il fenomeno, mi ha contattata: il romanzo è piaciuto e con lui hanno acquisito anche il primo. Da lì è iniziata l'avventura editoriale".

Da Orsola Cozzi, a lei. Com'è cambiato il modo di raccontare l'amore?

“È cambiato il mondo stesso, e la narrativa di pari passo. Oggi le storie romance non si limitano alla realizzazione della donna attraverso il matrimonio, ma raccontano desideri d'indipendenza, di soddisfazione personale e professionale. Dagli anni '90 sono entrate in scena figure come la donna in carriera di Bridget Jones o Il diavolo veste Prada, e più tardi, con Cinquanta sfumature, anche la rivendicazione del diritto femminile a una sessualità libera e appagante".

Nonostante il successo il romance viene messo all'angolo dalla critica letteraria…

"Sono singoli detrattori che amano più parlare con sé stessi che confrontarsi con autori e lettori. È un pregiudizio duro a morire, ma ingiusto: il romance ha dignità narrativa e riflette la società dove nasce".

Scrive di ragazze forti e imperfette: quanto del suo femminismo c'è nei personaggi?

"Molto. Vorrei, a volte, creare protagoniste con idee diverse dalle mie, ma per credere in una protagonista devo sentirla vicina. Così le mie convinzioni diventano sue, ma funzionali alla storia".

Il Premio Hemingway l'ha definita voce del futuro: come si evolverà il romance?

"È difficile prevederlo, l'editoria cambia velocemente. Credo che sarà sempre più aperto alle contaminazioni di genere. Spero si continui a sottolineare come la felicità e il benessere debbano esistere già prima della relazione: l'amore deve arricchire, mai colmare un vuoto. La relazione è un valore aggiunto, non la fonte unica di felicità".


02/09/2025

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