Felicia Kingsley: “Se la mia vita fosse un romance trope, sarebbe quello dell’innamorata non corrisposta”


Felicia Kingsley su Il libraio.it

 

Per coloro a cui la parola “trope” suona poco familiare, s’intende un tratto caratterizzante di un romanzo, che può essere di tipo estensivo (quindi, copre tutto l’arco narrativo della storia, dall’inizio alla fine) oppure situazionale (cioè essere presente in un solo capitolo o una sola scena).

Ogni genere narrativo ha i suoi trope, ma dato che scrivo romance mi focalizzo su questi.

Un trope estensivo tra i più popolari e apprezzati è quello dell’odio-amore, dove i protagonisti partono da posizioni di rivalità, competizione e antipatia e finiscono per innamorarsi.

Un trope situazionale, invece, è il “one bed only”, quando i due protagonisti si ritrovano per errore a dover dividere una camera con un solo letto.  Solitamente è la situazione che mette alla prova e porta a un confronto diretto i due protagonisti e che fa salire di livello la loro relazione.

I trope possono essere comuni a più romanzi, e in un romanzo stesso possono essere presenti più trope.

Non bisogna però cadere nell’errore di pensare che due romanzi con lo stesso trope, siano uguali, Sarebbe come dire che due persone con i capelli castani sono identiche.

Ma questi trope che troviamo nei romanzi, esistono nella realtà? Che trope ho vissuto nella mia vita amorosa?

Facendo un decluttering radicale di quella che era la mia cameretta a casa dei miei, sono incappata nel diario di quando ero una teenager - un quadernetto piuttosto malconcio e scarabocchiato - e, sfogliandolo, ho fatto letteralmente un tuffo nella mia educazione sentimentale di allora.

Anche se si tratta ormai di un ventennio fa, ho trovato tutto ancora estremamente attuale, specie da quando scrivo romanzi d’amore.

La maggior parte dei romance, inclusi alcuni dei miei, racconta di opposti che si attraggono ma

nella mia esperienza personale – come testimonia il mio diario - non ha mai funzionato.

Dunque, mi chiedo: come mai nell’invenzione narrativa, invece, gli opposti spesso si rivelano dei match perfetti?

Ovviamente nei romanzi è l’autore che fa muovere i personaggi e ne determina le azioni e così succede che due persone diversissime tra loro, arrivino a oltrepassare i propri limiti e a incontrarsi a metà strada.

Nella vita reale mi sento più vicina al verso del pezzo L’amore eternit di Fedez, “Gli opposti si attraggono, ma amano i propri simili”.

Tra i trope più apprezzati c’è grumpy Vs sunshine, dove il personaggio introverso, burbero, musone, asociale, di poche parole (grumpy, appunto) e quello allegro, estroverso, pazzerello e chiacchierone (il raggio di sole) s’innamorano.

Io sono una sunshine 100% certificata, e mi sono presa una cotta per qualche grumpy ma, ahimè, la “grumpytudine” del ragazzo in questione è sempre stata di ostacolo allo sviluppo di qualunque tipo di possibile relazione.

E la testimonianza del diario ritrovato mi riporta con chiarezza a uno di quei casi: il mio amore estivo era laconico al punto da spingermi a scrivere le frasi da lui pronunciate. Diciassette in tre mesi. Una media di sei frasi al mese, arrotondando per eccesso. Una frase e mezzo alla settimana.

Impossibile intavolare con lui qualunque tipo di conversazione.

Ma se c’è un trope con cui descriverei con precisione la mia vita sentimentale è senz’altro quello dell’innamorata non corrisposta, in inglese unrequited love.

Per tutti gli anni del liceo ho pensato che al mio Cupido di fiducia mancasse qualche diottria, o quantomeno avesse una pessima mira, perché le sue frecce colpivano sempre me ma poi schivavano per un pelo il mio love interest.

E quando dico per un pelo, intendo proprio un’unità di misura infinitesimale.

Il mio spietato diario mi ha ricordato anche questo.

Dopo mesi di appostamenti davanti alla classe del ragazzo che mi piaceva e sospiri languidi ogni volta che lo incrociavo durante la ricreazione, arriva la festa di Natale della scuola, occasione in cui la sua compagnia e la mia si ritrovano stranamente mescolate.

Vuoi vedere che stavolta Cupido ha capito come centrare il bersaglio?

Si balla tutti insieme per un po’, i Pesquito annacquati e quell’orrore dolciastro dell’Angelo Azzurro contribuiscono a renderci più sciolti, finché io e Lui ci ritroviamo uno accanto all’altra. Sembra quasi che voglia chiedermi di ballare con lui.

Si abbassa per parlarmi all’orecchio (la musica è forte e lui è più alto di me nonostante i miei tacchi) e…

«Ciao, potrei presentarti mio cugino? Ti trova carina e gli piacerebbe uscire con te».

Sipario.

Mi si disegnò sul viso la stessa espressione di Baggio dopo il rigore sparato alto sulla traversa alla finale dei Mondiali del ’94.

Cupido, avrei voluto spennarti quelle alucce maledette. A una a una, giuro.

Ma quindi – qualcuno potrebbe legittimamente chiedermi  – se queste sono state le tue esperienze, perché nei tuoi romanzi racconti storie così diverse?

Chissà, forse l’ immaginazione va dove spesso la realtà non ci porta.

In fondo, se leggere è viaggiare con la mente, figurarsi scrivere!


23/03/2023

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