I bambini danesi sono felici perché sanno dire «noi»


Segnatevi questa parola: fællesskab. Vuol dire comunità e, come spiega il Metodo nuova versione, connettersi agli altri è il vero segreto della gioia 

di Valentina Della Seta


Quest'estate vi sarà capitato di fare caso ai bambini scandinavi che occupavano il lettino vicino al vostro su una qualsiasi spiaggia mediterranea. Ma è più facile non notarli, perché non alzano quasi mai la voce e giocano senza litigare. «La prima volta che sono stata in Danimarca mi si è aperto un mondo. I bambini danesi erano felici, sereni, ben educati e rispettosi», scrive l'americana Jessica Joelle Alexander nelle prime pagine di II Nuovo Metodo Danese per educare i bambini alla felicità a scuola e in famiglia (Newton Compton, pp. 288, 10 euro). Si tratta del seguito di II Metodo Danese, manuale del 2016 nel quale, con la psicoterapeuta Iben Dissing Sandahl, aveva cercato di raccontare il segreto della felicità di bambini e genitori danesi.

I Paesi del Nord Europa sono da molti anni in vetta alla classifica del benessere (quest'anno la Danimarca arriva terza, dopo Finlandia e Norvegia, mentre l'Italia è al 47° posto): «Da americana trovavo la cosa molto affascinante. Noi siamo culturalmente ossessionati dalla felicità», scrive Alexander. «La felicità è indicata come uno degli obiettivi da perseguire persino nella nostra Dichiarazione di Indipendenza, nero su bianco. I danesi invece, senza tanti proclami, sono davvero riusciti a essere felici e continuano a esserlo ogni anno da quarant'anni. Qual è il loro segreto, e perché nessuno l'ha ancora scoperto?».

La risposta è sempre la stessa: rispetto per la vita emotiva, educazione all'empatia e al vivere insieme in modo consapevole. Il Metodo Danese aveva contribuito alla diffusione del termine hygge. Vuol dire «stare insieme alle persone care in un'atmosfera intima e accogliente» e nel 2016 è entrato perfino nell'Oxford Dictionary: «Una delle parole chiave del nuovo libro è fæilesskab», dice Alexander. «Significa comunità e solidarietà, e viene insegnato a scuola o a casa. La connessione con gli altri è fondamentale per la felicità. I danesi hanno capito che la solidarietà responsabile e consapevole è qualcosa che si può trasmettere. Hygge e fællesskab insegnano a lasciare da parte l'io in favore del noi».

I ragazzi italiani vivono la scuola in modo molto diverso. L'educazione emotiva non esiste e si cresce con l'incubo dei voti e delle interrogazioni, che influenzano negativamente anche la capacità di esprimersi in pubblico da adulti. Nelle classi danesi ci sono momenti dedicati al massaggio, agli abbracci e all'elaborazione degli stati d'animo. Ma qualcosa inizia a cambiare anche qui: «Sto iniziando a lavorare con alcune scuole italiane per introdurre idee semplici dal libro, come l'hygge hour. L'ho già sperimentato in scuole americane e internazionali con successo. Ai ragazzi è piaciuto e ha aiutato a diminuire il bullismo. Sto collaborando anche a un progetto legato alle abilità utili a trovare lavoro nel 2020 secondo il World Economie Forum, come creatività, collaborazione e capacità sociali». 

Fonte: Il Venerdì 14/09/2018


14/09/2018

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