IN LIBRERIA
IL ROMANZO DI UN'IDEA
Esce domani l'ultimo lavoro di Tonino Cagnucci con la prefazione di Valerio Mastandrea
Una storia che parla di Keats e Anna Magnani, Tirana, Budapest e di chi non vuole essere Agostino
Vittorio Cupi su Il Romanista
Non poteva esserci un titolo migliore per l’ultimo libro di Tonino Cagnucci. "Il grande romanzo della Roma" che esce domani in ogni libreria (Newton Compton, 256 pagine, 14.90 euro). E non poteva esserci un momento più adatto, cioè con la Roma non certo nelle posizioni di classifica in cui dovrebbe sempre stare, per leggerlo. Perché la Roma non è un risultato, ma un romanzo aristocratico e popolare che fa parte di noi non solo dal momento in cui ognuno di noi ha memoria da tifoso, ma da prima. In ogni tifoso romanista c'è tutto ciò che è accaduto dal 1927 e soprattutto di come è stato vissuto. Di questo parla il romanzo, tutt'altro che romanzato, perché ripercorre la storia della Roma mettendo sempre l'accento su ciò che conta veramente. Non è enciclopedico, ma si percepisce chiaramente la grande capacità dell’autore, la cui conoscenza della storia della Roma è, quella sì, enciclopedica, di essersi saputo concentrare sui fatti e personaggi più importanti a livello identitario oltre che sportivo, sui sentimenti, che squadra e tifosi hanno sempre saputo trasmettersi reciprocamente, anche senza bisogno di tante parole. "Viva la Roma campione d'Italia". Basta questo, cioè lo stendardo esposto nel giorno del primo scudetto dai fratelli Lalli, sordomuti.
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21/11/2024