«L’aumento dell’iva si può scongiurare, ma vanno ridotte le tasse sul lavoro»


«Roberto Gualtieri, neo ministro dell’Economia, è un uomo estremamente preparato e penso che saprà trovare una soluzione», sostiene l’esperto

Di Benedetta Sangirardi

Dov'è finita l'Italia solare, civile e capace di crescere dal punto di vista economico? Alan Friedman, giornalista esperto di economia e scrittore di bestseller, nel suo nuovo libro Questa non è l'Italia (Newton Compton) offre una bussola per navigare nel caotico mare dell'attuale situazione politica ed economica. La sua è una cronaca dei quattordici mesi del governo gialloverde, fino alla sua caduta e alla nascita del nuovo esecutivo chiamato a importanti sfide, dall'aumento dell'Iva al rapporto con l'Europa fino alla gestione dell'immigrazione. Abbiamo incontrato Friedman per farci raccontare il suo libro-denuncia e per capire se riusciremo a uscire dalla stagnazione.

Che cosa pensa del neonato governo Conte bis sostenuto da Movimento 5 Stelle e Pd?

«Lo vedo come un esecutivo necessario per riportare la stabilità e la quiete nella vita pubblica italiana, dopo un periodo drammatico in cui il Paese è stato di fatto spaccato. La sfida più grande, però, adesso si chiama economia».

Un bene, dunque, non andare a nuove elezioni?

«In una democrazia parlamentare spetta al Capo dello Stato verificare se in Parlamento ci si siano partiti disposti a creare una maggioranza, anche nuova rispetto alla precedente. È quello che ha fatto Sergio Mattarella: il risultato è un nuovo governo "contro" tutto ciò che l'ex vicepremier Matteo Salvini ha rappresentato. Un esecutivo per riportare pace al tessuto sociale, mai cosi malato in tempi recenti».

Questa non è l'Italia è il titolo del suo libro. Qual è secondo lei la vera Italia?

«Nel volume analizzo diversi elementi, dall'immigrazione al razzismo fino ai temi della politica estera filo putiniana, il ruolo dell'Italia in Europa e l'economia. II risultato è un Paese incattivito sotto molti punti di vista, con importanti cicatrici, perché di fatto l'ex ministro degli Interni Salvini ci stava traghettando verso un governo stile Trump: destra estrema, senza rispetto per i diritti civili e le diversità. Ecco, da questa riflessione nasce il titolo: l'Italia non si può rispecchiare in un clima di odio e paura e sul piano internazionale, di isolamento. Quando sono arrivato qui da voi (il giornalista è nato a New York, ndr) ho conosciuto un altro Paese che ho amato moltissimo: amichevole, sorridente, orgoglioso Stato fondatore dell'Unione europea, geniale e innovatore, che sa risollevare l'economia e soprattutto essere civile. Il mio libro è un inno d'amore all'Italia».

Qual è il suo invito?

«Faccio un richiamo alle coscienze degli italiani: ricordate chi siete, perché siete meglio di quello che state mostrando».

 I 5 Stelle, con un nuovo partner, sono rimasti nella maggioranza. Come valuta il lavoro dell'altro ex vicepremier, ora ministro degli Esteri, Luigi Di Maio?

«Da ministro del Lavoro ha commesso errori che purtroppo hanno accentuato la crisi economica. Il reddito di cittadinanza finora non ha portato nulla di positivo: è un pasticcio che non sta creando crescita e mi auguro che venga presto abrogato e sostituito con il reddito di inclusione, che aveva varato il governo Gentiloni, una misura miratissima per i poveri. L'Italia resta un Paese a crescita zero».

L'aumento dell'Iva, secondo lei, è scongiurato come ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte o potrebbe diventare realtà?

«Credo che un governo con a capo dell'economia Roberto Gualtieri, uomo molto preparato e che stimo, possa disinnescare la "bomba" Iva. E spero che riporti al centro le vere questioni che possono risollevare l'economia: taglio del cuneo fiscale (la riduzione delle imposte in busta paga. ndr) e investimenti pubblici, uno dei modi più efficaci per creare posti di lavoro, con effetti immediati sulla crisi. Infine, conto nella flessibilità dell'Europa».

Da 1 a 10, quanto è malata la nostra economia?

«Non vedo una situazione del tutto disastrosa. Darei una sufficienza, perché l'Italia resta un Paese dalla forte realtà industriale, ma altrettanto incisiva è la stagnazione. Prevedo due anni di crescita zero, colpa anche della riforma delle pensioni con la "quota cento", e una lievissima ripresa il prossimo anno, ma sempre da “prefisso telefonico”».

Conte ha chiesto di abbassare i toni sui social e di usare un linguaggio più sobrio.

«Ha ragione. C'è una fortissima necessità di ritrovare la civiltà, il linguaggio giusto, bisogna frenare le volgarità e le parolacce. Più cultura e garbo, quindi, a partire dalle istituzioni e nell’utilizzo dei social network. E sono certo che l'Italia riprenderà la giusta via».

Fonte: Vero 19/09/2019


19/09/2019

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