Le sei vite (+1) di Dinah Jefferies


Fenomeni Nel 2016 la scrittrice è stata la più venduta in ebook su Amazon.it. E a febbraio esce il nuovo romanzo
A cura di ALESSIA RASTELLI 

Fonte: La Lettura


I primi nove anni di vita a piedi nudi in una Malaysia instabile ma calda e colorata. Il trasferimento in Inghilterra, da cui proveniva la sua famiglia, con «la nostalgia e un senso di inquietudine che non mi ha più abbandonato, spingendomi a un`esistenza piuttosto fuori dall`ordinario». L`Italia nella prima giovinezza, poi ancora la Gran Bretagna con l`esperienza in una comune di artisti, un lavoro da insegnante, la perdita del primogenito Jamie, di soli 14 anni. Fino alla scrittura, cui approda tardi, sessantenne, durante una nuova fase in un piccolo paese dell`Andalusia. Dinah Jefferies, 68 anni, oggi nel Gloucestershire, Inghilterra sud-occidentale, ha condotto finora una e tante vite. Sei (almeno) che rivivono nelle protagoniste, sempre donne, dei suoi romanzi. Il secondo, The Tea Planter`s Wife (Penguin, 2015), è stato per sedici settimane consecutive tra i bestseller del «Sunday Times». Tradotto in italiano (Il profumo delle foglie di tè, Newton Compton), è diventato l`ebook più venduto del 2016 su Amazon.it mentre uscirà il 2 febbraio nella nostra lingua, dallo stesso editore, il terzo libro La figlia del mercante di seta. Si aspettava questo successo? «È stata una sorpresa enorme. E sono felicissima delle vendite in Italia. Quando avevo 19 anni, ancora alla ricerca del calore che avevo lasciato in Malaysia, me ne andai dall`Inghilterra. Scelsi il vostro Paese, dove lavorai come ragazza alla pari per i conti Guicciardini Strozzi. Vissi con loro a San Gimignano e Roma. Poi tornai solo un`altra volta. Mi piacerebbe visitare il Sud, che non ho mai visto. E chissà che non possa diventare l`ambientazione di un mio prossimo libro». Sarebbe una novità: tutte le storie di Dinah Jefferies, infatti, si svolgono finora fuori dall`Inghilterra ma sempre in Paesi che furono colonie britanniche o francesi, negli anni in cui la dominazione viene messa in crisi dalla lotta per l`indipendenza. La stessa fase vissuta dall`autrice bambina nella Malaysia sotto l`impero britannico. Fascino esotico dell`Estremo Oriente e ambientazione in un`altra epoca diventano così, talora più della stessa trama, ingredienti essenziali alla narrazione e alla sua piacevolezza. La scrittrice parla a «la Lettura» proprio alla vigilia di un viaggio nello Sri Lanka, dove è ambientato Il profumo delle foglie di tè.

Perché ha scelto quest`isola, «Ceylon», negli anni Venti in cui si svolge il romanzo?
«Nel mio primo libro, La separazione, la storia è ambientata nella Malaysia degli anni Cinquanta, la mia per l`appunto. Ne Il profumo delle foglie di tè volevo continuare con l`Oriente e lo Sri Lanka mi è sembrata una progressione naturale. I suoi alberi di palma sono gli stessi della mia infanzia. Con mia madre e mia sorella, in Malaysia, dove nacqui nel 1948, ci spostavamo di zona in zona al seguito di mio padre: gestiva la riparazione del sistema postale distrutto dai giapponesi durante la Seconda guerra mondiale. Nonostante l`incertezza politica, di quei miei primi anni ho un ricordo di estrema libertà. Ce ne andammo nel 1957, quando i malesi ottennero l`indipendenza».

Il suo primo libro è stato pubblicato nel 2014. Perché ha iniziato a scrivere solo allora?
«È avvenuto quando con mio marito ci siamo trasferiti in Andalusia. Abbiamo restaurato una vecchia casa e lì ho trovato il tempo di mettere nero su bianco il romanzo che da tanto avevo in mente. Non è mai uscito né mai uscirà, ma è stato un allenamento a lavorare in maniera professionale. Scrivevo da tutta la vita, ma solo in forma di diario, anche per superare i momenti difficili, soprattutto dopo la morte di mio figlio Jamie nel 1985. Prima di pubblicare libri sono stata un`insegnante e un`artista, amavo la pittura. Adesso dipingo con le parole».

Nei suoi libri il tema della perdita di un figlio è ricorrente. La scrittura è un modo di fare i conti, ancora oggi, con il lutto più estremo?
«Jamie è morto in un incidente oltre trent`anni fa. Questo tipo di perdita, traumatica, scioccante, ti colpisce per l`intera vita. La normalità va in frantumi e puoi ricostruirla solo molto gradualmente. Io frequentai i seminari di Elisabeth Kiibler Ross, psichiatra svizzera famosa per aver definito i cinque stadi del lutto, dal rifiuto all`accettazione. Anziché combattere e cacciare indietro le emozioni che ti sconvolgono, imparai a sentirle, a non essere spaventata dagli stati d`animo estremi. Adesso posso solo dire che c`è un prima e un dopo. E che si diventa un`altra persona. Inizi a vedere la vita in maniera diversa, a capire che può cambiare in un attimo e che nulla è scontato. Quando ho iniziato a scrivere il lutto era superato. Ho un`altra figlia in vita e due adorabili nipoti, mi sento fortunata. Ma non posso non ricordare. La perdita è parte di me, per questo ne parlo».

Lei racconta epoche e Paesi lontani sempre attraverso appassionate eroine. La sua è una narrativa solo al femminile?
«Mi piace la storia ed esplorare il modo in cui vivevano le donne, specie i cambiamenti affrontati nel Novecento. In questo senso la mia è principalmente una fiction al femminile, ma ricevo molte email di uomini che la apprezzano. La ricezione dipende dal singolo individuo».

Oltre all`originaria esperienza in Malaysia, che torna come un format in tutti i libri, quanto di autobiografico c`è nelle sue protagoniste?
«Tutte sono forti, appassionate, autrici di scelte dolorose ma quella che mi assomiglia davvero è Emma, la protagonista de La separazione: una ribelle».

Negli anni Settanta lei era una mamma single e viveva in una comune. Qual è l`eredità di quel periodo?
«Ho vissuto per cinque anni in uno sconnesso edificio elisabettiano nel Suffolk (Inghilterra orientale): la Church Farm. Tutto ruotava attorno alla Global Village Trucking Company, una rock band di cui sposai il cantante. Nacque Laurel, la mia secondogenita. Poi il gruppo si sfaldò e ce ne andammo. Fu una fase preziosa soprattutto per i bambini, perché fin dalla tenera età impararono ad andare d`accordo con molte persone».


Il 2 febbraio uscirà in Italia «La figlia del mercante di seta», il suo terzo romanzo. Lo schema si ripeterà?
«La storia si svolge nel Vietnam degli anni Cinquanta, durante la guerra tra l`esercito coloniale francese e il movimento indipendentista. Al centro però c`è Nicole, non britannica come le prime due protagoniste, ma franco-vietnamita e, dunque, intimamente scissa tra i due mondi. Visito tutti i luoghi di cui scrivo: in inglese uscirà il 23 febbraio Before the Rains (Penguin Viking), il mio quarto romanzo ambientato in India, terra di cui mi sono innamorata. I libri mi stanno portando in tutto il mondo e sono davvero grata del loro successo. La scrittura, oggi, è diventata la mia vita».


09/01/2017