Parlando di libri, humour, crime e gatti con Stuart MacBride


Stuart MacBride una delle voci più originali e intriganti del noir mondiale, sarà ospite al Nebbiagialla Noir Festival di Suzzara – 1/3 febbraio. 
Nell’attesa di conoscerlo di persona, ci ha gentilemente concesso la possibilità di rivolgergli qualche domanda.

Coinvolgente, emozionante, sorprendente, avvincente, assuefacente,scorrevole, contorto. Questi sono solo alcuni degli aggettivi che vengono più spesso usati per descrivere i tuoi libri. Ne manca qualcuno che vorresti aggiungere?
Questo è un elenco lusinghiero! Se costretto, penso sceglierei sovversivo, perverso e, spero , divertente.

Roberta Steel è un personaggio affascinante: volgare, sgarbata, scorbutica, apparentemente scorretta, ma con in realtà una profonda e intoccabile onestà e con un cuore d’oro. Era proprio ora che diventasse la protagonista principale di un libro, vero?
Sì, lo era. In tutti i libri della serie in cui era presente, l’abbiamo vista solo dal punto di vista di Logan, così ho voluto vedere cosa sarebbe accaduto se avessi invece raccontato una storia attraverso i suoi di occhi. Ne Il ponte dei cadaveri noi la vediamo esattamente come lei vede se stessa, senza la maschera che indossa davanti al mondo. È stato molto divertente muovermi nella sua testa tanto per cambiare.

Scrivi sia serie che stand -alone, come decidi se la storia che vuoi raccontare si adatta meglio all’uno o all’altro?
Dipende dalla storia. A volte sono chiaramente storie adatte a Logan, ma altre volte ci sono cose che voglio fare e esplorare che proprio non funzionerebbero nel suo mondo. È anche bello ogni tanto fare una pausa, mollare per un po’ e fare qualcosa di nuovo e di diverso. Credo che questo sia ciò che mantiene poi viva la serialità, la capacità di ogni tanto di staccarsene per fare altro in modo poi da riprendere con la curiosità e l’eccitazione di vedere cosa succederà ai personaggi.

I tuoi libri sono ambientati a Aberdeen. In una video intervista hai dichiarato che Aberdeen come ambientazione non ha nulla da invidiare alle città scozzesi più grandi .Non le manca nulla: droga, crimine, violenza: ci sono tutti anche lì!
Sì, ha tutte queste cose in abbondanza. I problemi di Aberdeen non sono gli stessi di Edimburgo o Glasgow, ma ci sono molte somiglianze. Quando iniziai a scrivere , quasi tutto era ambientato in quelle due città, ma per fortuna, le cose sono molto cambiate. Oraci sono libri di crime fiction che rappresentano quasi tutta la Scozia, anche i posti più fuori mano.

Hai mai pensato di ambientare i tuoi libri in un altro paese?
Una volta ho ambientato una storia negli Stati Uniti si intitolava Sawbone ( molto cupo e perverso). Sto pensando a qualcosa di parzialmente ambientato lì per il libro che seguirà quello che sto scrivendo adesso. Quello che sta accadendo là è allo stesso tempo orribile e affascinante e questo lo rende interessante per una crime fiction.
Sicuramente non avrei nulla in contrario a portare Logan o la Steel in Italia, se arrivasse l’idea giusta. Sarebbe la scusa perfetta per passare un po’ di tempo da voi a abbuffarmi del vostro meraviglioso cibo.

I tuoi libri sono anche ironici e divertenti. Qual è il ruolo dell’ironia nei thriller?
Una volta i poliziotti dei libri erano descritti come dei robot in cerca solo di giustizia, dediti unicamente a risolvere il caso , senza una vera vita e senza personalità. Fortunatamente non è più così, le cose sono cambiate. Perso che lo humour sia molto importante, perché è la chiave che ci rende umani e i poliziotti sono esseri umani. Fanno un lavoro duro, stressante e uno dei modi delle squadre per superare le sfide che affrontano ogni giorno è quello di prendere e prendersi in giro. Un crime senza ironia è un libro che non riconosce ai suoi personaggi la loro naturale umanità.

Recentemente un articolo di un quotidiano italiano ha sottolineato come moltissimi tra i più grandi scrittori ( Poe, Balzac, Pirandello…) fossero “gattari”. Tu nei ringraziamenti citi i tuoi gatti…
Penso che tutte le persone migliori siano “ gattari”, ma lo dico solo perché io stesso ne ho tre e mezzo..Grendel, Beentrot, Onion e Gherkin che è il mezzo gatto dato che tecnicamente non è nostro ma appartiene a delle persone che abitano in una fattoria non lontano. Solo che vive da noi.
Ogni qualvolta che, scrivendo un libro, mi imbatto in un problema spinoso della trama, l’unico metodo certo che ho per risolverlo velocemente è sdraiarmi sul divano con un gatto acciambellato sul torace mentre io mi spremo le meningi . Funziona ogni volta!

Tutti i tuoi libri sono, duri, scioccanti, brutali, con descrizioni molto realistiche di crimini efferati. C’è però un limite che non varcherai mai? Un tema che non tratterai?
Quello che cerco di fare con i miei libri è di far entrare completamente il lettore nella testa del personaggio dal cui punto di vista è narrata la storia. Se lui vede qualcosa, allora dovete vederlo anche voi. Non mento al lettore e non gli edulcoro i fatti. Sono onesto al 100% perché voglio che voi sentiate esattamente le stesse cose come le sentono loro nel momento stesso in cui le vivono.
Detto questo, io avevo un’idea per un libro che ritenevo grandiosa finché mi sono reso conto che avrei dovuto raccontare nel dettaglio come paralizzare un paese attraverso una serie di attacchi terroristici collegati. Ecco, quello è il limite che non oltrepasserò. Questo vuol dire che non scriverò mai quel libro.

La letteratura dovrebbe avere dei limiti?
Sì: non leggere più i tre libri contemporaneamente! Per di più, così facendo credo sia davvero impossibile trarre il meglio dalle storie. Per quanto mi riguarda non leggo mai più di un libro per volta, ma so che ci sono persone “strane” là fuori…
Dal punto di vista di un autore invece, no, non dovrebbe averne.
I libri sono il nostro modo per vivere le vite degli altri, non dovremmo mettere limiti su cosa dovrebbe o non dovrebbe essere esplorato. Nessun altro media fa quello che fanno i libri, non il cinema, non la musica, non la radio e nemmeno il giornalismo. Se vuoi immergerti completamente nella vita di un altro, se vuoi capire cosa prova, cosa pensa e come percepisce il mondo, beh, allora devi leggere un libro.

Pensi che la moderna letteratura crime possa essere una valida alternativa al giornalismo per raccontare i problemi che affliggono la nostra società?
Non la definirei alternativa al giornalismo. Il giornalismo è immediato, ti racconta cosa sta succedendo adesso. Credo che una buona letteratura crime ci mostri la società in un modo che al giornalismo è precluso. Perché un autore può usare migliaia e migliaia di parole e metterci anche anni di ricerca e esplorazione del tema prima di scrivere quelle parole, mentre un giornalista ha uno spazio predefinito da riempire con un numero limitato di parole e pochissimo tempo per farlo. Noi possiamo usare la fiction per svelare dei fatti, lusso che loro non hanno.

Mi dai una definizione di Tartan Noir?
Tartan Noir è solo un vocabolo di marketing usato per descrivere l’enorme quantità di libri scritti in o sulla Scozia.
Il numero di libri e la varietà dei loro contenuti fa sì che parlarne in generale abbia poco senso. Meglio è concentrarsi sui singoli libri.
Diciamo che si va dal calore umano e dallo humour di Hamish Macbeth di M.C Beaton, alla desolazione presbiteriana del John Rebus di Ian Rankin, fino alla caotica anarchia dei libri di Irvin Welsh
Ma se il definire i nostri libri Tartan Noir spinge la gente a sceglierli, beh allora ci sto!Tutto quello che incoraggia la gente a leggere è una cosa buona.

Che mi dici dei rapporti tra scrittori di crime? Vi capita di incontrarvi e condividere progetti?
Alcuni lo fanno, sì, ma io vivo nel mezzo del nulla nella campagna dell’Aberdeenshire e non è che qui ci sia molto traffico di autori di crime…
Comunque ci incontriamo ai festival, dove ci piace passare del tempo al bar cercando di far ridere gli altri più che parlando dei nostri libri o progetti. La maggior parte di noi passa gran parte del proprio tempo con solo i propri personaggi con cui parlare, per cui cerchiamo di far diventare ogni nostro incontro un’occasione per fare festa.

In Scozia ci sono festival dedicati alla letteratura crime?
Eccome! Abbiamo il Granite Noir a Aberdeen, La Bloody Scotland a Stirling, il Bute Noir e molti, molti altri È bellissimo vedere tante persone riunirsi per celebrare la letteratura crime. Più siamo, più ci si diverte!

Che cosa ti piace leggere? C’è qualche autore straniero ( non di lingua inglese) che ti piace?
Mi rattrista ammettere che la letteratura crime degli altri paesi del mondo non viene tradotta e pubblicata in Inghilterra come meriterebbe. L’eccezione è rappresentata dai libri cosiddetti “nordici”, di quelli ne abbiamo mucchi e mucchi. Ci sono splendide “voci” in tutto il mondo che amerei leggere se me ne fosse data la possibilità. Amo i libri dell’islandese Yrsa Sigurðardóttir e sicuramente desidero avere altri libri di Matteo Strukul tradotti in inglese. C’è in giro un sacco di talento e noi non ne stiamo ancora ricevendo abbastanza!

Immagina di incontrare Roberta Steel e Logan McRae, cosa ti chiederebbero o direbbero?
Credo che nessuno dei due sarebbe contento di vedermi, negli anni ho fatto a entrambi delle cose orribili. Credo che me la svignerei prima che la Steel possa suonarmele…

C’è una storia a cui pensi da molto ma che non hai ancora scritto?
Sì, in effetti c’è. Più avanti quest’anno mi prenderò del tempo per iniziarla. Probabilmente non riuscirò a finirla, ma sarà divertente provare a fare qualcosa di molto differente dai libri che scrivo di solito. E anche se la terminassi, non sono sicuro che qualcuno vorrebbe pubblicarla. Ma spesso conta di più il viaggio della destinazione.

Sulla copertina dell’edizione italiana de Il ponte dei cadaveri c’è una frase presa dal Venerdì di Repubblica che dice: Stuart MacBride è la stella nascente del Noir europeo. Un Quentin Tarantino con humour scozzese. Ti piace?
Sono lusingato! È ovvio che le persone de Il Venerdì di Repubblica sono sagge, argute e anche molto attraenti. Farò del mio meglio per essere all’altezza di quella definizione.

Come descriveresti te stesso e la tua scrittura?
Credo di poter descrivere me stesso e la mia scrittura allo stesso modo: spaventoso,bizzarro,  scozzese, un po’ raccapricciante e grande amante dei gatti…

MilanoNera ringrazia Stuart MacBride e la NewtonCompton per la disponibilità.
Ricordiamo che Stuart MacBride sarà uno degli attesissimi ospiti del NebbiaGialla Suzzara Noir Festival, Suzzara (mn) 1/3 febbraio.

Fonte: MilanoNera 16/01/2019


16/01/2019